Stimolazione Cognitiva
La stimolazione cognitiva fonda i suoi principi teorici sul concetto di plasticità cerebrale, ossia la capacità del cervello di modificarsi e ristrutturarsi in risposta all’ambiente e a nuovi stimoli.
Consiste nell’allenamento delle capacità cognitive residue, non ancora intaccate dalla malattia, e nell’esercitare le funzioni compromesse utilizzando delle facilitazioni finché possibile.
Oggi questa è la pratica più diffusa e con maggior riscontro positivo, soprattutto se associata alla terapia farmacologica, la quale da sola non è sufficiente. Effettuare compiti specifici per le capacità cognitive aiuterebbe a rallentare il deterioramento, con maggior efficacia rispetto a compiti aspecifici come le attività di conversazione, trattamenti occupazionali o visione di video. Il training cognitivo risulta utile poiché richiede una partecipazione attiva del paziente nell’utilizzo delle abilità richieste.
Il progetto riabilitativo viene concordato insieme al paziente e al caregiver, sulla base delle esigenze, degli interessi e delle motivazioni del paziente stesso. Nessun progetto riabilitativo è uguale ad un altro, in quanto nessun paziente è sovrapponibile ad un altro. Per tale ragione, AD HOC offre un percorso specifico e individuale, centrato sul paziente e sulle sue necessità.
Si organizzano piccoli gruppi di stimolazione cognitiva, per permettere ai pazienti di creare una piccola rete sociale di supporto: la ricerca scientifica mostra come le riabilitazioni di gruppo siano più efficaci delle individuali, in quanto aumentano la motivazione e il coinvolgimento del paziente, stimolando maggiormente le funzioni cognitive residue.